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Tempio di Giove Anxur

Lo sviluppo topografico della città alta di Terracina è stato fortemente condizionato dalle caratteristiche morfologiche della zona: il pendio collinare di monte S. Angelo ha caratterizzato la conformazione stretta ed allungata del Foro e, la sua posizione, permetteva inoltre una buona condizione di difesa ed il controllo della via Appia, decumano maggiore della città che attraversava il foro Emiliano stesso.

Tale complesso occupava buona parte del centro storico alto: il foro Emiliano era il centro politico, amministrativo e religioso della città di Terracina. Possiamo, inoltre e giustamente, considerare quest’ultimo come un unicum nel campo dell’archeologia italiana: il foro presenta tutt’oggi, caso raro in piazze con continuità di vita, strutture originali come il lastricato in pietra calcarea (recanti la firma dell’esecutore dei lavori di pavimentazione del foro, l’evergeta A. Aemilius).

A nord, invece, si affaccia il teatro, con portico annesso, insieme ad un tempio individuato nel secolo scorso, a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ed identificato, all’epoca, come Capitolium. Il lato sud era occupato, con molta probabilità, da un portico colonnato, sopravvissuto in parte nell’odierno palazzo comunale, mentre ad est sorgeva la basilica forense, della quale permangono ampie porzioni di muratura all’interno del settecentesco Palazzo delle Bonificazioni Pontine.

La tecnica edilizia di alcuni dei monumenti che si affacciavano sul foro nonché delle sostruzioni (quasi interamente realizzate in opera reticolata), unita alla pavimentazione della piazza in lastre di pietra calcarea e all’iscrizione che percorre la stessa recante il nome di A. Aemilius, sono elementi che hanno permesso di datare il complesso all’età augustea-tiberiana.